Diventa uno spinoso caso giudiziario la morte del pensionato salernitano che si era sottoposto al vaccino contro l’ influenza A. Venti giorni dopo il misterioso decesso di Paolo Manconi, 64 anni, scatta l’inchiesta della Procura di Salerno. E l’indagine coinvolge sedici persone, tra le quali due esponenti di vertice della Novartis Vaccines Italia. Si tratta di Franco Colombo, residente a Basilea, in Svizzera, chef financial officer della Novartis Vaccines; e Francesco Gulli, residente a Siena, amministratore delegato dell’ azienda farmaceutica che ha prodotto il vaccino contro l’influenza A. Gli altri quattordici iscritti nel registro degli indagati dal pm Maria Carmela Polito sono invece i medici dell’ azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, impegnati nei diversi reparti in cui era stato ricoverato l’uomo durante la sua agonia, prima in neurologia e poi nella divisione malattie infettive. L’accusa ipotizzata: omicidio colposo. Un atto dovuto, quello dell’ avviso di garanzia inoltrato a professionisti e manager, per consentire ai professionisti coinvolti nell’ istruttoria di nominare un proprio perito nel corso dell’autopsia. Il primo accertamento è stato fissato per stamani al cimitero di Brignano, dove la salma sarà riesumata. Il legale della famiglia del 64enne, l’avvocato Antonio Calabrese, ha già scelto i periti di parte. Si tratta di Antonello Crisci e di Giuseppe Raimo. Il pm, invece, conferirà nelle prossime ore l’ incarico al professore Vittorio Fineschi, uno dei massimi esperti nel campo della medicina legale. Verosimilmente, anche i manager della Novartis ed i medici indagati chiederanno di nominare degli esperti di loro fiducia. Saranno dunque i risultati dell’autopsia a stabilire se Paolo Manconi sia deceduto per una reazione scatenata dal siero oppure se la sua morte sia stata solo una tragica fatalità, indipendente da quella reazione. Prima quella somministrazione, poi l’ escalation di febbre, la perdita di conoscenza, e la morte. Tutto in otto giorni. Un’ odissea inspiegabile. Paolo Manconi era ammalato di asma bronchiale: così, fedele ai suggerimenti degli esperti e dietro consiglio del suo stesso medico curante, aveva deciso di vaccinarsi. Venerdì 6, si sottopone a quella puntura. Ma domenica viene colpito all’ improvviso da una febbre molto alta. Lunedì, la temperatura non accenna a diminuire, il 64enne perde conoscenza, viene ricoverato d’ urgenza. All’ ospedale Ruggi, dopo diversi accertamenti ed il trasferimento dal reparto di neurologia a quello di infettivi, arriva la diagnosi di meningo encefalite. Dopo cinque giorni, il suo cuore si ferma. Ora i familiari chiedono chiarezza.
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