L’Antitrust chiede maggiore trasparenza sulla definizione dei costi e dei prezzi dei vaccini, che nel nostro Paese costano ogni anno almeno 300 milioni di euro al servizio sanitario nazionale, e propone di inserirli nelle classi di rimborso dei farmaci per consentire la contrattazione preventiva con le case farmaceutiche.
È il risultato di un’indagine conoscitiva avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel 2015 che ha riguardato i mercati dei principali vaccini somministrati tramite il Servizio Sanitario Nazionale.
L’Antitrust non ha accertato la presenza di “comportamenti collusivi espliciti” tra case farmaceutiche, ha detto Andrea Pezzoli, direttore generale dell’authority, ma ha rilevato “varie criticità sul piano della concorrenza, alcune riconducibili alla più generale struttura dell’industria vaccinale e ancor più del settore farmaceutico nel suo complesso, altre proprie della situazione italiana”.
Il mercato mondiale dei vaccini vale oltre 20 miliardi di euro ed è dominato da 4 multinazionali che detengono l’80% delle vendite: GlaxoSmithKline, Sanofi Pasteur, MerckSharpDohme e Pfizer, che controllano l’80% elle vendite e che, secondo l’Antitrust, praticano politiche di “prezzi a strati” (tiered pricing, basato sul Pil dei diversi paesi) o accordi di riservatezza sui prezzi.
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