“Se esiste un rischio deve esserci una scelta”, “Ricerca controversa ma l’obbligo imperversa”, “Giù le mani dai bambini, date prove sui vaccini”, “Vaccino che non nuoce dateci le prove”, “Il rispetto di un diritto non si scambia col profitto”. Sono questi alcuni degli slogan scanditi dai megafoni della “Manifestazione nazionale per la libertà di scelta sui vaccini” tenutasi sabato a Modena.
Centinaia di persone hanno attraversato il centro della città per protestare contro la legge varata dalla Regione che impone le vaccinazioni ai bambini per poter frequentare gli asili nido dell’Emilia-Romagna. La norma introduce infatti come requisito d’accesso ai servizi, pubblici e privati, “l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”, e quindi aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B.
La decisione ha trovato la contrarietà di tante famiglie che la considerano “lesiva dei diritti fondamentali di bambini e genitori”. Sono già una decina i ricorsi presentati dal territorio modenese.
Alla manifestazione ha preso parte anche la goriziana Federica Santi, 36 anni, mamma di un figlio autistico, che sta combattendo un battaglia giudiziaria a colpi di perizie e carte bollate. “Già con il primo vacchino ha cominciato a stare male – afferma la donna – con gli altri è peggiorato sino al punto attuale. Qual’è la relazione? Vediamo cosa decideranno i giudici”.
Intanto domani 4 aprile si discute al Tar dell’Emilia Romagna – sede di Bologna – il ricorso promosso dal Codacons per l’annullamento degli atti con cui la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna ha disposto l’obbligo della vaccinazione dei bambini per la frequentazione di asili nido, nonostante non siano disponibili in commercio i 4 vaccini definiti obbligatori dalla legge nazionale, ma esista solo l’esavalente, che contiene altre 2 vaccinazioni non obbligatorie.
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