Vaccini, caso Report. Garattini: “Serve trasparenza”

“Ci sono troppe voci che ci descrivono i benefici dei farmaci. E poche che invece indagano sulla loro tossicità. Sappiamo tutti che ci sono grandi interessi che spingono a far vendere le medicine, proprio per questo serve un maggiore equilibrio per poterne valutare i pro e i contro”. È quanto afferma Silvio Garattini in un’intervista pubblicata oggi su Il Fatto Quotiano in cui  il padre dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri entra nel merito del dibattito sorto in seguito alla messa in onda del servizio sul vaccino Hpv nell’ultima puntata di Report.

Il papilloma virus (HPV) è stato collegato all’insorgere del tumore al collo dell’utero. Per prevenirlo l’Italia è stata il primo paese in Europa ad introdurre il vaccino anti-papilloma virus, tra i più costosi in età pediatrica. Le nostre autorità sanitarie hanno potuto contare su una valutazione positiva dell’Agenzia Europea del Farmaco, che ha dichiarato sicuro questo tipo di vaccini. Ma le segnalazioni sui possibili danni causati dal vaccino anti HPV sono state correttamente valutate? È quanto si domanda un team di ricercatori indipendenti danesi della rete “Cochrane Collaboration”, che ha presentato un reclamo ufficiale a Strasburgo. L’accusa è contro l’Agenzia Europea del Farmaco: avrebbe sottovalutato le reazioni avverse e ci sarebbero anche dei conflitti d’interesse che non sono stati dichiarati. Questo il tema al centro dell’inchiesta realizzata dalla giornalista di Report Alessandra Borella che ha suscitato un’ondata di polemiche.

Il vaccino in questione, spiega Garattini nell’intervista, “agisce contro il papilloma virus che sarebbe tra le cause del tumore della cervice uterina. Finora, però, non esistono prove certe di questa correlazione. La sicurezza si avrà tra qualche anno quando vedremo se, con una popolazione vaccinata, caleranno i casi di tumore”.

“Il punto, per me, è la trasparenzacontinua Silvio Garattini –  Che riguarda tutti i farmaci, non soltanto i vaccini. Perché non possiamo valutare le conseguenze dell’assunzione dei farmaci basandoci soltanto sugli studi presentati dalle industrie farmaceutiche. Sugli studi è riportato il 10 per cento di quello che dovremmo sapere sulle sostanze che assumiamo”.

Secondo Garattini serve vigilanza e sono necessari studi indipendenti e accurati. E in Italia da questo punto di vista “siamo piuttosto scarsi”: “non abbiamo  – continua Garattini – programmi efficaci di ricerca della tossicità” “Il Servizio Sanitario Nazionale spende 18 miliardi l’anno per acquistare farmaci, possiamo dedicare l’1 per cento di questa somma alle ricerche sulla tossicità. Tra l’altro conoscendo gli effetti negativi dei farmaci potremmo evitare somministrazioni dannose, risparmiando ben più dell’uno per cento”.

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