Vaccini obbligatori in Francia: dov’è finita la “libertè”?

In un paese in cui “liberté” è uno dei tre pilastri del motto nazionale, la politica della mano pesante potrebbe avere un effetto che nessuno si augura: alimentare ulteriormente la resistenza ai vaccini salvavita.

E’ quanto conclude un editoriale pubblicato qualche giorno fa sull’autorevole rivista Nature in merito al dibattito accesosi in Francia in seguito all’approvazione del provvedimento che estende da tre a undici il numero delle vaccinazioni obbligatorie per l’ammissione dei bambini nella comunità scolastica (asilo nido e scuola dell’obbligo).

Si tratta di una misura necessaria?
“I dati sulla copertura vaccinale della maggior parte delle malattie in Francia – si legge su Nature – mostrano che la situazione è ora migliore di quanto lo sia stata negli anni passati. I tassi di copertura per alcuni nuovi vaccini sono troppo bassi, ma sono comunque aumentati; i tassi di vaccinazione contro la meningite C, ad esempio, sono aumentati costantemente da quando è stato introdotto dieci anni fa, dal 48% dei bambini di 2 anni alla fine del 2011 al 71% nel 2016. Ma la copertura vaccinale in Francia per la maggior parte delle malattie è nel complesso alta”.

Nell’editoriale si fa poi riferimento ai dati sul richiamo del vaccino contro il morbillo: solo otto bambini su dieci ricevono il richiamo MMR (per parotite, morbillo e rosolia) a 18 mesi di età, un tasso inferiore rispetto a molti altri paesi. “Ciò – si legge nell’editoriale – ha indubbiamente contribuito ad una leggera recrudescenza del morbillo nel paese, con alcune dozzine o poche centinaia di casi all’anno – e in particolare a un’epidemia di diverse migliaia di casi nel 2010 e 2011.

Ma la reazione del governo francese è semplicistica e rinnega la maggiore responsabilità dell’amministrazione di lavorare pazientemente di pari passo con gli operatori sanitari e il pubblico per migliorare la copertura vaccinale, che è già alta. Diversi studi dimostrano che semplici promemoria per i vaccini ed i richiami possono avere un grande impatto sulla conformità e la copertura. Lo stesso vale per i sistemi informativi nazionali di vaccinazione elettronica per monitorare le vaccinazioni delle persone, un settore in cui resta ancora molto da fare”.

Il dibattito in Francia
La legge sull’obbligatorietà dei vaccini sta dividendo gli scienziati della sanità pubblica nel paese. Molti medici generici francesi sostengono che si tratta di una misura autoritaria e potrebbe ritorcersi contro, non da ultimo alienando i genitori e aumentando la diffidenza verso i vaccini in un paese in cui vari scandali sanitari hanno diffuso sfiducia nei confronti delle autorità sanitarie.

“In modo fuorviante – si legge nell’editoriale –  le autorità sembrano pensare che la nuova legge sia una risposta pertinente alle storie spaventose sulla sicurezza dei vaccini per l’infanzia, in particolare quelle raccontate dai gruppi anti-vaccino. Contrastare tale disinformazione è importante, ma non costituisce da sola la base per una politica coerente in materia di vaccini”.

“Trattare l’esitazione della società nei riguardi della vaccinazione come una semplice battaglia tra gruppi anti-vaccino e persone ignoranti da una parte, e la ragione scientifica e la salute pubblica dall’altra – come ha fatto il governo francese – genera una polemica improduttiva e sterile ed una semplificazione che oscura questioni complesse, come le molteplici cause di ‘esitazione dei vaccini’ nelle popolazioni”, continua Nature.

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