Non esiste nessun nesso causale tra il vaccino trivalente e l’autismo. È quanto ha stabilito la corte di appello di Bologna che ribaltato la sentenza del giudice del Lavoro di Rimini del 2012 che aveva riconosciuto il risarcimento alla famiglia di un bambino che nel 2002 aveva ricevuto la vaccinazione Mpr e a cui poi era stata diagnosticata una forma di autismo.
Secondo i giudici di appello non esistono evidenze scientifiche per stabilire che il vaccino provochi la sindrome, ma c’è solo un collegamento temporale, nel senso che l’iniezione che previene morbillo, parotite e rosolia arriva prima della diagnosi di autismo tra i 3 e i 6 anni.
Il giudizio di secondo grado, con sentenza del 13 febbraio, è scattato per appello del ministero della Sanità, condannato a Rimini a pagare i danni da vaccino (stimati intorno ai 200mila euro). In primo grado era stato stabilito che in assenza di altre cause evidenti la malattia non poteva che essere dovuta al vaccino. Il consulente tecnico d’ufficio, nominato dalla Corte ha invece smontato questa tesi.
L’avvocato dei genitori del bambino, Luca Ventaloro, annuncia ricorso in Cassazione: “il consulente della Corte ha fatto un approfondimento parziale, non collegato ai più recenti studi. Ricorreremo in Cassazione”.
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