Reintrodurre l’obbligo dei vaccini? “È violenza e abuso”

È partito ieri in Senato l’esame del disegno di legge per la reintroduzione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni per frequentare qualsiasi scuola in Italia. Due gli articoli del ddl all’esame della Commissione Sanità del Senato.

Il primo articolo modifica l’articolo 47 del Regolamento per l’applicazione del decreto del presidente della Repubblica del 1967 (n.1518), prevedendo che, “al fine di tutelare la salute dei cittadini, costituisce requisito necessario per l’accesso ai servizi educativi pubblici e privati e alle scuole di ogni ordine o grado, statali, paritarie private e degli enti locali, l’aver assolto gli obblighi vaccinali previsti dalla normativa vigente”.

I dirigenti scolastici dei servizi e delle scuole “sono tenuti, all’atto dell’iscrizione alla scuola o agli esami – recita ancora il testo – a richiedere la presentazione della relativa certificazione, comprovante l’adempimento degli obblighi vaccinali. Copia della certificazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni e delle rivaccinazioni è conservata nel fascicolo personale dell’alunno. La vaccinazione deve essere omessa o differita solo in caso di accertato pericolo per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate”.

L’articolo 2 prevede che entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano “istituiscano una banca dati delle vaccinazioni eseguite dalla popolazione in età scolare e in età adulta per raccogliere, in modo sistematico, i dati relativi ai vaccinati e sviluppare le attività di sorveglianza delle malattie suscettibili di vaccinazione e monitorare nel tempo gli eventuali effetti indesiderati dei vaccini per migliorarne i livelli di sicurezza e di efficacia”.

Lo stesso articolo indica che entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge, al ministero della Salute “sia istituita l’Anagrafe vaccinale nazionale, con il compito di raccogliere i dati delle banche dati regionali e svolgere un’attività di monitoraggio dell’accesso alle prestazioni vaccinali da parte di tutti i cittadini”.

Sul disegno di legge in discussione al Senato si è espresso il Codacons affermando che l’”obbligo è violenza e abuso verso le famiglie”.

“Il provvedimento – spiega il Codacons in una nota – mira a reintrodurre ‘il requisito necessario per l’accesso ai servizi educativi pubblici e privati e alle scuole di ogni ordine e grado, statali, paritarie e degli enti locali, l’aver assolto agli obblighi vaccinali previsti dalla normativa vigente’, venuto meno con il decreto del Presidente della Repubblica 26 gennaio 1999, n. 355″.

Il Codacons si dichiara pronto ad “aprire una battaglia legale in caso di approvazione del Ddl”. “Abbiamo scritto oggi alla 12ª Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato chiedendo di bocciare il disegno di legge – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ciò non perché siamo contrari ai vaccini, che anzi riteniamo assolutamente indispensabili, ma perché l’obbligo di vaccinazione come requisito per accedere alle scuole si tradurrebbe, allo stato attuale, in una violenza e in un abuso nei confronti delle famiglie”. In Italia infatti, afferma il Codacons, “non è possibile per le famiglie ricorrere alle sole 4 vaccinazioni obbligatorie per legge, poiché non è reperibile sul mercato il vaccino antidifterico in forma singola.

Il requisito della vaccinazione per la frequentazione di scuole e asili costringerebbe così i genitori a somministrare ai figli il vaccino esavalente, senza alcuna possibilità di scelta e nonostante tale vaccinazione contenga due vaccini facoltativi che, secondo gli stessi giudici italiani, in nessun caso possono essere imposti alle famiglie”. Per tale motivo il Ddl all’esame del Senato è “di fatto inapplicabile, circostanza che ha portato oggi il Codacons – conclude la nota – a scrivere alla Commissione Sanità chiedendo di bocciare la norma”.

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