È di qualche giorno fa la notizia del licenziamento “per giusta causa e senza preavviso” di un’ostetrica in servizio presso l’ospedale di Macerata. Il motivo? Avrebbe rifiutato di vaccinarsi contro la parotite. La notizia, come prevedibile, ha scatenato un’ondata di critiche nei confronti della donna, definita “ignorante” e “irresponsabile”, nonché assimilata ad un “criminale”.
“Un’ostetrica non vaccinata può contrarre morbillo, varicella, rosolia e trasmettere queste malattie alle future mamme e ai neonati con conseguenze devastanti”, ha scritto un noto virologo. Eppure le cose non starebbero così, secondo quanto spiegato dalla donna e dal suo legale al quotidiano La Verità, che ricostruisce la vicenda.
Rientrata in servizio dopo un infortunio, l’ostetrica si è sottoposta ad una serie di esami richiesti dall’azienda, dai quali è emersa l’irregolarità. Secondo quanto emerso, la donna non aveva problemi con morbillo e rosolia, ma non era protetta dalla parotite. Come ricostruisce l’avvocato, l’ostetrica ha riferito ai suoi dirigenti di aver contratto la malattia in età infantile ma, in ogni caso, si è resa disponibile fin da subito a sottoporsi all’unica vaccinazione per l’unica patologia alla quale non risultava immune.
“Non sono una No vax e non appartengo a nessun movimento del genere. Mi sono solo rifiutata di sottopormi a una vaccinazione contro due malattie per le quali sono già immune, il medico con cui ho parlato non ha escluso che potessero esserci dei rischi. Avevo chiesto all’azienda di fare il vaccino solo per la parotite. Loro mi hanno risposto che avrei dovuto fare il trivalente”.
In sostanza la donna non rifiutava il vaccino per la parotite ma il trivalente, il cosiddetto Mpr (morbillo, parotite e rosolia), ma era favorevole ad assumere la singola dose. Eppure, poco importano i fatti: la caccia alle streghe ha fatto un’altra vittima.
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