Morbillo a Bari, l’Ordine Nazionale dei Biologi: “Procurato allarme… a mezzo stampa”

“Appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento”. Lo afferma l’Ordine Nazionale dei Biologi in un articolo in cui commenta la notizia diffusa da “La Gazzetta del Mezzogiorno” e da altri organi di stampa di una “epidemia di morbillo” comunicando che ci sarebbero 8 casi già accertati nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Nei vari servizi viene ribadito che il “contagio” potrebbe essere stato innescato da una bambina non vaccinata figlia di genitori “no-vax”.

A stretto giro, tuttavia, è arrivata la precisazione di Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, secondo cui non ci sarebbe “nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia”. “Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa” ha proseguito assicurando che “la situazione non è preoccupante”.

L’Ordine Nazionale dei Biologi chiarisce dunque il significato del termine “epidemia” e le caratteristiche del morbillo.

“Con il termine epidemia, dal greco epi dêmos, letteralmente ‘sopra il popolo’, s’intende una malattia che colpisce un numero di individui significativamente superiore rispetto all’atteso, in una determinata popolazione e in un determinato lasso di tempo. L’endemia è la condizione di una malattia costantemente presente nelle condizioni di cui sopra. Il morbillo (dal latino medievale morbillus, vale a dire piccola malattia) è una patologia infettiva assai comune, normalmente benigna, superabile senza alcuna conseguenza deleteria e, anzi, conseguendone un’immunità a vita”.

L’Istituto Superiore di Sanità spiega in proposito: “Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita”. La sua presenza costante nella popolazione rientra a buon diritto nella condizione di endemia. La sua morbilità segue l’andamento comune delle malattie infettive (vedi grafico relativo alla morbilità e alla mortalità per morbillo in USA) e, dunque, è estremamente altalenante.

“Nel 2017 – riferisce l’Ordine Nazionale dei Biologi – i casi registrati in Italia sono stati circa 4.000, cioè, in maniera approssimativa, un caso ogni 150.000 abitanti. Negli anni Novanta si sono raggiunti anche i 30.000 casi/anno (considerando la popolazione di allora, un caso oltre meno di 20.000 abitanti) senza che questo costituisse allarme e, anzi, rientrando nella più assoluta normalità”.

“Le fonti d’informazione citate – sottolinea l’Ordine Nazionale dei Biologi – hanno omesso di comunicare, comunque, se i casi registrati a Bari siano stati a carico di soggetti trattati da vaccino, se i soggetti colpiti fossero affetti da altre patologie e, soprattutto nel caso del TG2, hanno fatto passare l’idea che il morbillo comporti necessariamente effetti gravissimi, quando l’Istituto Superiore di Sanità pubblica ‘Il morbillo non ha sintomi gravi’ e ‘Le complicazioni sono relativamente rare’”.

“Insomma – continua l’Onb – se ciò che comunica l’Istituto di Sanità è credibile, è impossibile non domandarsi quali e quanti effetti gravi ci si possano attendere da 8 casi. In definitiva, appare evidente come sia gli articoli dei quotidiani sia i servizi della televisione di stato tendano a procurare un allarme presso la popolazione a dir poco privo di un qualunque fondamento”.

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