La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’epidemia lingua blu che ha causato una strage negli allevamenti sardi e ingenti danni agli operatori del settore. L’ipotesi è che i vaccini, invece di debellare la malattia, in realtà ne abbiano favorito la diffusione negli allevamenti.
Tra gli indagati vi sono due dirigenti pubblici accusati di aver «cagionato la diffusione della blue-tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale». Romano Marabelli, direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del ministero della Salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, hanno infatti disposto, per la campagna contro la blue-tongue del 2003-2004, l’impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sud Africa, senza una sperimentazione che ne valutasse gli effetti indesiderati sugli animali.
Romani Marabelli, insieme ad altri quattro dirigenti del ministero della Salute e tre manager di aziende farmaceutiche, è accusato anche di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e falsità ideologica per aver imposto «attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell’emergenza “blue-tongue” – come si legge nel capo d’imputazione – la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale» e per aver disposto, in assenza di un’effettiva emergenza sanitaria, «l’acquisto in esubero da parte del ministero della Salute di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009».
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