In merito al decreto sull’obbligo vaccinale, vorremmo ristabilire alcuni in controvertibili dati di fatto, a fronte della campagna denigratoria che i giornali stanno conducendo contro settori significativi della società civile di cui si sono fatti interpreti i tanti medici che nelle audizioni al Senato hanno evidenziato i forti limiti di un provvedimento che, unico caso in tutta l’Europa, rende obbligatorie 10 vaccinazioni.
Comprendiamo che mettersi a smentire dati oggettivi sia troppo impegnativo e richieda troppa intelligenza e attenzione rispetto alle esigenze politiche e giornalistiche di ridurre sbrigativamente al silenzio chi sia di ostacolo alla creazione di un consenso frutto di censura più che di reale convincimento delle persone. Tuttavia, non rinunceremo mai a chiedere una smentita, fondata su dati scientifici, riguardo ai seguenti punti:
a) non esiste alcuna emergenza epidemiologica tale da giustificare un provvedimento che rende obbligatorie non alcune vaccinazioni ritenute fondamentali, ma ben 10 vaccini.
b) il calo delle coperture vaccinali rappresenta un problema solo per morbillo e pertosse, non per le altre malattie, ed è ampiamente dimostrato dalla letteratura medica che l’immunità di gregge si raggiunge con percentuali di popolazione vaccinata diverse a seconda dell’agente infettivo.
c) se l’emergenza è rappresentata dal morbillo, allora si renda disponibile questa vaccinazione singola per tutta la popolazione, adulti compresi, dal momento che il maggior numero dei casi si registra tra questi soggetti.
d) ribadiamo l’importanza delle vaccinazioni, ma indichiamo nelle condizioni igienico-sanitarie e nello standard di vita delle popolazioni più povere il fattore principale di diffusione di malattie gravi, come sta accadendo in questi giorni nello Yemen, dove la guerra ha scatenato una incontrollabile epidemia di colera, malattia che l’Italia ha conosciuto fino agli anni Settanta, e che è stata debellata da igiene, servizi igienici, acqua potabile, istruzione ed innalzamento dei livelli medi di benessere sociale.
Lo ripetiamo, desidereremmo venire smentiti su questi punti con dati puntualmente citati, non con riferimenti vaghi, generici, e confusi.
Come ha sottolineato una delle migliori esperte di politica sanitaria, la Senatrice Nerina Dirindin, ciò equivarrebbe a richiedere se non altro un’obbedienza illuminata, anziché un’obbedienza cieca a mezzo stampa.
Fonte: Corriere della Sera
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