H1N1: perché c’era già il vaccino prima della pandemia?

Confrontiamo due date certe. Il 24 aprile 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) emetteva il primo bollettino ufficiale sulla influenza H1N1.

Venivano
descritti i primi casi negli USA e in Messico e il virus era presentato
come un virus assolutamente nuovo, non mai rintracciabile nell’uomo né
nel maiale fino ad allora, anche se la sua mutazione e la sua nascita
sembrano essere avvenute grazie al passaggio attraverso il suino.

Questo
avveniva il 24 aprile del 2009, cioè pochi mesi fa, e il virus allora
identificato era ed è un virus definito potenzialmente pericoloso,
ignoto nelle sue possibili azioni e da seguire con estrema attenzione.
Nel giro di poche settimane sul sito dell’OMS si sono aperte
indicazioni e precisazioni relative alla difficoltà di creare vaccini,
di arrivare in tempo a predisporre la vaccinazione per tutti prima
dell’autunno (sembra che dell’altro emisfero, quello sotto, che
sviluppa le influenze durante le nostre primavere, interessi poco a
tutti..) mentre si sviluppava il montaggio mediatico della paura
necessaria per vendere.

Interessante notare che da subito, fin
dal primo report dell’OMS il virus veniva definito resistente ad
antivirali quali l’amantadina (basso costo, vecchio prodotto) ma ben
sensibile all’oseltamivir (le cui fortune sono cresciute grazie alla
bufala dell’influenza aviaria).

Ed ecco l’altra data certa:  il 4 febbraio 2009 la FDA, l’ente governativo di controllo su alimenti e farmaci, notificava in modo ufficiale il ritiro dal mercato di 5 lotti di un vaccino contenente H1N1 prodotto dalla ditta Novartis.

Le
motivazioni del ritiro sono proprio legate ad un decadimento degli
antigeni virali, cioè ad una inadeguata stabilità nella loro
preparazione, e i lotti ritirati sono lotti che sarebbero scaduti nel
maggio 2009, prodotti quindi, con ogni probabilità intorno al maggio
del 2008. Certo, come riportato su Morbidity & Mortality Weekly Report del
17 luglio 2008, si trattava di antigeni virali H1N1 del sottotipo
Brisbane, sottilmente diversi da quelli delle isole Salomone dove forse
il virus girava fin dall’anno prima, ma si tratta di differenze
minimali, legate alla continua mutazione del virus, mantenendo comunque
le caratteristiche di vaccino per l’influenza H1N1. Per chiarirci:
nello stesso lotto ritirato erano presenti anche antigeni per la H5N1
(l’aviaria…), indicati come vaccini per l’aviaria indipendentemente
dal sottotipo.

Significa cioè che nel maggio 2008, almeno 10
mesi prima che si ammalasse di H1N1 il primo essere umano, una delle
ditte farmaceutiche connesse con Big Pharma, vendeva e faceva già
utilizzare in una preparazione trivalente il vaccino contro il virus
H1N1 che doveva diventare noto all’umanità solo nei primi mesi del
2009. Si tratta di santi, protettori dell’umanità che hanno evitato di
palesarsi per eccesso di pudore o si tratta di uno studio di marketing
coordinato da tempo?

Riflettiamo:

  • 24 aprile 2009 primi casi di influenza H1N1, virus nuovo mai prima conosciuto (a detta dell’OMS)
  • 4 febbraio 2009 (80 giorni prima) ritiro
    di vaccini già in uso da quasi un anno contenenti H1N1 (prodotti da chi
    oggi si pone sul mercato in anticipo sui concorrenti…)

Perché un vaccino era già pronto, miscelato insieme ad altri, prima che scoppiasse il primo caso di influenza?

Perché
i responsabili di Novartis, quando l’OMS ha iniziato a discutere delle
difficoltà di arrivare in tempo alla produzione dei nuovi vaccini, non
hanno gridato al mondo che loro lo avevano già in mano ancora prima che
scoppiasse l’epidemia?

Sono due domande importanti per decidere di chi dovremo fidarci da qui in futuro.

Se
si legge correttamente la sequenza di eventi commerciali che hanno
portato oggi il marketing vaccinale ad un livello commerciale
spropositato si possono trarre le conclusioni del caso. Nel bellissimo articolo di Maurizio Ricci apparso nei giorni scorsi su Repubblica.it viene descritta la sequenza di eventi che ha portato oggi
GlaxoSmithKline, Novartis, Astra Zeneca e Sanofi Aventis ad essere i
gestori quasi monopolistici del mercato vaccinale nel mondo.

Spero
che altri affronteranno il tema economico e commerciale legato a questa
tristissima vicenda. Non è stato semplice risalire alle fonti originali
che invece tutti possono leggere nei link interni a questo articolo. Alcuni siti online riportavano la notizia ma senza risalire alla fonte originale della FDA, organo ufficiale che aveva ordinato il ritiro dal commercio.

Io
ne considero gli aspetti etici e quelli sanitari. Se il mio sospetto è
vero ci troveremo con una spinta feroce al consumo vaccinale a partire
dalle prossime settimane, e dovremo aspettarci possibili effetti
negativi legati alla somministrazione di vaccini molto probabilmente
inutili. Si tratta di danni previsti e prevedibili ma negati da chi
invece di occuparsi di salute preferisce concentrarsi sui benefici
economici che ne derivano.

Continuerò a credere nella
Medicina. Continuerò a credere che il marketing possa aiutare la
Medicina e il suo sviluppo, ma non posso pensare che la medicina si
asserva al marketing, diventando strumento di sofferenza e di induzione
di malattia anziché di sviluppo di salute e di crescita individuale e
sociale.

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