Il Tar dell’Emilia-Romagna ha imposto al Ministero della Salute di risarcire i genitori di un bambino di Modena, oggi adolescente, per i danni causati dal vaccino esavalente: una cerebropatia cronica con grave ritardo nell’apprendimento. Nel 2004, all’epoca dei fatti, il bambino aveva tre mesi.
“I primi sintomi erano insorti nel piccolo dopo la puntura: parliamo del vaccino esavalente somministrato quando il bambino aveva tre mesi di vita – ha spiegato il legale della famiglia, l’avvocato Francesco Terruli – e il tribunale, con sentenza del 2013, vista la consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto il nesso di causa tra la somministrazione del vaccino (contro pertosse, tetano, poliomelite, tra le altre) e i deficit. Il Ministero pagò una prima tranche dopo la prima sentenza del Tar a cui ci siamo rivolti proprio perchè nulla, ancora, era stato versato nonostante la sentenza passata in giudicato.
Poi essendo previsto l’ulteriore indennizzo dalla legge 229 del 2005, abbiamo presentato nel 2017 un’ulteriore domanda per ottenere il risarcimento, appunto anche perchè le condizioni dell’adolescente sono gravi. Eppure il Ministero ancora una volta è rimasto in silenzio. Il 20 febbraio il Tar ci ha dato ragione, condannadolo a pagare quelle somme che spettano per legge ai coniugi modenesi e corrisposte come ulteriore danno al minore e a chi presta assistenza”.
Il tribunale ha infatti accertato l’illegittimità del silenzio del Ministero riguardo alla domanda presentata dalla famiglia in base alla legge 229/2005 sul riconoscimento di un risarcimento per i danneggiati da complicanze irreversibili causate da vaccinazioni obbligatorie.
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