Qualche giorno fa la Corte d’appello del Tribunale civile di Torino ha condannato l’Asl, e di conseguenza la Regione Piemonte, a risarcire con un milione e 800mila euro (oltre agli interessi e al pagamento delle spese legali), la madre di una bambina che nel 1988, quando aveva soli cinque anni, a causa di complicazioni sopravvenute dopo essere stata sottoposta a una vaccinazione obbligatoria, era rimasta in stato vegetativo.
Nel 1988 alla bambina, che abitava con la famiglia a Bussoleno (Torino), era stata fatta una vaccinazione antidifterica-tetanica. Subito dopo la piccola aveva manifestato febbre alta, dolori alle gambe, cefalea e dissenteria. Il medico di base si rifiutò di somministrarle farmaci e il quadro clinico si aggravò fino a quando la piccola entrò nello stato vegetativo in cui si trova ancora oggi che ha 29 anni.
Secondo gli avvocati che assistono la madre si tratta di una sentenza destinata a fare scuola in quanto “stabilisce un principio importante: che l’allora Usl, oggi Asl, e di conseguenza la Regione, sonoresponsabili civilmente dell’operato del medico di base. E’ la seconda sentenza di questo tipo in Italia”.
“Si tratta – ha spiegato l’avvocato Renato Ambrosio – del più alto risarcimento mai accordato in Italia per un danno da errore medico conseguente a vaccinazione”.
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