Roma, bimbo autistico rifiutato dal centro estivo

“Ci dispiace, ma quest’anno il municipio non ha i fondi necessari per coprire i costi dell’operatore di cui ha bisogno suo figlio per partecipare al Centro Estivo organizzato presso le strutture comunali del Fulvio Bernardini”. Questa la spiacevole risposta che i genitori di un bambino autistico hanno ricevuto dalla Dirigente della Uosecs del V municipio che non ha accolto la richiesta della famiglia per l’operatore di sostegno senza il quale il bambino non può prendere parte alle attività organizzate dal Centro Estivo. Sulla base della risposta ricevuta, il padre del bambino ha deciso di rivolgersi al suo legale per tutelare i diritti di suo figlio. A riferire l’episodio è l’associazione Onlus ‘Autismo e futuro’.

Il Centro Estivo ha poi peggiorato la situazione con la decisione di definire il bambino non integrabile con gli altri che frequentano il centro.
“Siamo di fronte quindi – afferma la Onlus ‘Autismo e Futuro’ – alla negazione di un diritto, un diritto per di più sancito dall’articolo 3 della Costituzione, che enuncia espressamente il dovere dello Stato di rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano l’eguaglianza dei cittadini e che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana”.

“Vicende come questa – prosegue la Onlus – fanno constatare che le Istituzioni, le quali dovrebbero tutelare i cittadini, in realtà non si preoccupano della salute degli stessi”

“Quando chiudono le scuole i ragazzi disabili rimangono totalmente a carico delle famiglie per tre mesi, 7 giorni a settimana e 24 ore su 24”. “Tutti noi cittadini siamo chiamati a pagare le tasse, che servono anche all’assistenza di chi è in situazioni di fragilità. Spesso giornali, internet e televisioni riferiscono situazioni di estremo disagio in cui si vengono a trovare persone con disabilità – denuncia in una nota l’Associazione Autismo e Futuro Onlus – a volte con esiti perfino drammatici.

In questi casi le Istituzioni, quelle stesse che negano assistenza e sostegno alle famiglie che ne hanno bisogno, sono le prime a stigmatizzare e ad esprimere profondo rammarico. Ma riteniamo più utile che le Istituzioni abbiano, in primo luogo, la piena consapevolezza del proprio ruolo e quindi dei servizi che sono chiamati a gestire e realizzare, e  pertanto sappiano che, venendo meno questi impegni, ai cittadini non rimane che ricorrere, come ultima istanza, alle vie legali”.

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