Autismo e pesticidi: nuovi studi confermano il legame

Arrivano nuove conferme del legame tra inquinamento ambientale e uso dei pesticidi e l’insorgenza dell’autismo. Da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives emerge che è aumentato del 60% il rischio delle donne incinta che vivono entro un miglio di distanza dalle aziende e dai settori in cui vengono impiegati pesticidi di avere un bambino con disturbo dello spettro autistico o altro ritardo dello sviluppo.

Lo studio ha analizzato le associazioni di specifiche classi di pesticidi, tra cui organofosfati, piretroidi e carbammati, applicati alle donne durante la gravidanza, analizzando poi le successive diagnosi di autismo e ritardo dello sviluppo nei bambini. 

Lo studio ha preso in considerazione bambini tra i 2 e 5 anni con diagnosi di autismo o ritardo dello sviluppo o con sviluppo tipico. La maggioranza dei partecipanti vive nella valle di Sacramento.

Gli studiosi hanno preso in esame 21 composti chimici identificati nella classe organofosfati, inclusi clorpirifos, acefato e diazinone. La seconda classe di pesticidi più utilizzata è quella dei piretroidi, un quarto dei quali è costituita da esfenvalerato, seguito poi da lambda-cialotrina, permetrina, cipermetrina e tau-fluvalinato.

È così emerso che l’esposizione agli organofosfati nel corso della gravidanza (in particolare l’applicazione del clorpirifos nel secondo trimestre) è associata ad un rischio elevato di generare figli con disturbo dello spettro autistico. I piretroidi sono stati moderatamente associati al disturbo dello spettro autistico subito prima del concepimento e nel terzo trimestre. I carbammati, infine, sono stati associati al ritardo dello sviluppo.

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