L’autismo colpisce un bambino su cento, anche se la diagnosi arriva solo per la metà di loro. Fra tutti i casi individuati, poi, solo un terzo è trattato con la terapia adeguata. In Italia sono colpite tra le 300 e le 500 mila persone.
Sono questi alcuni dei dati diffusi dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Sinpia, in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, che si è celebrata ieri.
“I bambini che soffrono di autismo – spiega la Sinpia – hanno, spesso, anche altri disturbi quali la disabilità intellettiva e-o sindromi genetiche o rare, determinando quadri funzionali anche molto diversi tra loro. Si tratta di condizioni che perdurano tutta la vita, e che possono determinare un peso significativo sulle famiglie al cui interno vi è una persona affetta”.
I nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per la prima volta hanno incluso in modo specifico i disturbi dello spettro autistico. Va dunque ora stabilito a livello istituzionale che tipo di risposte si vogliono dare davvero agli utenti e alle famiglie. “Il vero problema, infatti, per cui i LEA restano lettera morta – sottolinea la Sinpia – non è il mancato aggiornamento delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, ma la mancanza delle condizioni che permettono l’effettiva erogabilità di interventi appropriati: personale sufficiente, in servizi con organizzazione adeguata e omogenea, che garantiscano la formazione permanente degli operatori sulle più recenti evidenze”.
Tra le criticità Sinpia evidenzia in particolare la transizione verso l’età adulta. Oltre il 90% delle persone con autismo non ha mai lavorato e vive prevalentemente con i genitori.
Sebbene fino a questo momento la medicina ufficiale consideri l’autismo senza cura, esistono alcune testimonianze di guarigione da questo disturbo. Proprio qualche giorno fa abbiamo pubblicato l’intervista a Senta Depuyd, una mamma belga che grazie alla sua determinazione è riuscita a far perdere completamente la diagnosi di autismo al suo bambino.
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